Rivending: il riciclo della plastica come soluzione

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L’economia circolare come valore aggiunto nel mondo dei distributori automatici, che diventa protagonista grazie al progetto RiVending.

L’evoluzione nel riciclo della plastica

È ormai evidente che a livello globale urge trovare una soluzione per ridurre drasticamente la quantità di plastica abbandonata nell’ambiente e nei mari.

Purtroppo l’incivile abitudine di gettare rifiuti dove capita senza curarsi dell’ambiente rappresenta un fenomeno in crescita, anche se va sottolineato che l’inquinamento marino è in larga misura provocato da Paesi al di fuori della UE e che il 95% circa della plastica dispersa negli oceani e nei mari è portato dai grandi fiumi asiatici e africani.

La quantità di plastica utilizzata per produrre bicchierini, piatti e posate monouso rappresenta una minima percentuale, siamo intorno allo 0,6%, ma l’Italia detiene numeri importanti per quanto riguarda l’utilizzo di bicchieri e palette: è infatti il primo paese al mondo per numero di distributori automatici presenti in tutto il territorio nell’industria, nei luoghi pubblici come scuole, università e ospedali, negli uffici e nel commercio, con un giro di venti milioni di persone coinvolte nell’utilizzo e decine di migliaia di posti di lavoro inerenti al settore.

Da qui l’idea, sempre tutta italiana e prima in Europa, di creare un progetto ad hoc che permettesse di dare un concreto impulso allo sviluppo dell’economia circolare.

Progetto RiVending, cos’è?

Il progetto nasce con l’idea di rendere ancora più sostenibile il riciclo dei bicchieri e delle palette di plastica utilizzati nel vending, cioè l’attività di vendita e somministrazione di bevande e prodotti alimentari tramite distributori automatici, con l’obiettivo di educare e rendere sempre più ecologica la pausa caffè degli italiani.

CONFIDA (Associazione Italiana Distribuzione Automatica), COREPLA (Consorzio Nazionale per la Raccolta e il Recupero degli Imballaggi in Plastica) e UNIONPLAST (Unione Nazionale Industrie Trasformatrici Materie Plastiche – Federazione Gomma Plastica) di concerto con aziende, amministrazioni e partner d’eccezione come ENPA (Enta Nazionale Protezione Animali) ed ENI hanno promosso questo innovativo programma creando un vero e proprio ciclo chiuso di recupero e riciclo di bicchieri e palette in plastica per distributori automatici: in sostanza si realizza un’efficace ed efficiente economia circolare.

Il consumatore è invitato a gettare il bicchierino e la paletta in un apposito contenitore, che ha dei fori delle giuste dimensioni per bicchieri e palette; all’interno, degli speciali tubi veicolano i bicchieri impilandoli perfettamente, ottenendo così anche una riduzione dello spreco di spazio; una volta ritirato dalla società addetta al riciclo, il contenuto viene consegnato a COREPLA che avvia al riciclo i bicchieri e le palette, per donargli un nuovo utilizzo.

Isolando infatti il materiale plastico di cui sono fatti dagli altri imballaggi in plastica, si va a recuperare una plastica omogenea e soprattutto di altissima qualità con la quale si ricreano nuovi bicchieri monouso oppure tantissimi altri prodotti.

Obiettivi e risultati

La questione cogente non è il rifiuto plastico in sé, ma la sua  dispersione e l’emissione di normative che non vanno completamente a soddisfare le esigenze ambientali.

Si pensi che la Direttiva Europea sulla Plastica Monouso è stata votata definitivamente a giugno del 2019 e nel testo si prevede, tra le altre indicazioni, la riduzione di produzione a partire dal 2023 di specifici prodotti monouso in plastica, come palette e contenitori per bevande e alimenti in polistirene.

Questo genere di provvedimento però non è esente da criticità applicative: in questo modo infatti vi sarà sempre una certa quantità di plastica che, senza adeguata educazione al riciclo, verrà immessa nell’ambiente.

Si rischia inoltre, confusione nei consumatori generata dalla compresenza sul mercato di manufatti compostabili con quelli realizzati in materiali plastici convenzionali o non certificati UNI EN 13432, con conseguente possibilità di decadimento della qualità della raccolta differenziata e un aggravio generalizzato di costi.

Visto che anche le alternative, nel loro ciclo completo di vita, hanno un impatto economico ed ambientale, si sono considerate come priorità e soluzioni più percorribili il recupero e il riciclo, creando con RiVending un vero e proprio meccanismo di economia circolare.

Adesso l’obiettivo di trasformare un rifiuto pericoloso per l’ambiente in un prodotto nuovo e di qualità è realtà.