Curiosità: la storia delle vending machine, come nacquero?

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La nascita delle vending machine desta la curiosità di chiunque, soprattutto perché la loro storia risale a più tempo di quanto si possa sospettare.

Oggi sono parte integrante di ogni ambiente lavorativo, universitario e ricreativo, ma l’evoluzione dei distributori automatici è davvero affascinante.

Il dubbio che nell’antichità ci fossero tecnologie complesse ha rappresentato, per secoli, il cruccio di molti studiosi.

Finché, nel 1900, ogni mistero fu finalmente svelato!

Un gruppo di pescatori greci di poriferi smarrì la rotta a causa di una tempesta, obbligando loro a trovare rifugio presso la piccola isola di Anticitera, poco distante da Creta.

Sul fondo del mare, questi giovani pescatori rinvennero il relitto di una nave romana del I secolo a.C. nella cui stiva erano sparsi frammenti bronzei che, qualche anno dopo, si scoprirono far parte del primo calendario proto-meccanico mai ideato prima.

Da quel momento in avanti, tutte le ricerche archeologiche si impegnarono a rintracciare le prove fisiche di un’antica tecnologia.

E le aspettative non tardarono ad arrivare! A qualche anno di distanza dalla scoperta della macchina di Anticitera, si rinvennero le tracce del primo distributore automatico.

La prima vending machine della storia

Approfondite indagini chimiche hanno permesso di datare il complesso meccanismo al I secolo d.C.

A una data del genere, l’unica mente in grado di progettare un apparecchio simile era il ben noto Erone di Alessandria, mente eccelsa e impegnata in ogni tipo di sperimentazione meccanica.

Il funzionamento di questo primo modello di distributore automatico sfrutta un sistema diventato fonte di ispirazione per le più moderne vending machine.

L’esigenza che spinse a commissionare a questo ingegnere dell’Egitto romano un distributore automatico derivava dalla necessità di razionare la distribuzione di acqua santa all’ingresso dei luoghi sacri.

Infatti, sono note in letterature alcune “insane” abitudini dei frequentatori di templi, che raccoglievano più acqua santa del necessario, obbligando gli officianti a riempire frequentemente gli otri.

Si decise, quindi, di distribuire il sacro liquido a pagamento, rivolgendosi all’unica persona in grado di automatizzare, si passi il termine, il processo di erogazione: Erone.

Questo ingegnere mise a punto una grande scatola munita di una fessura all’interno della quale andava inserita la moneta. Non è ben chiaro quale si dovesse introdurre ma oggi sappiamo che la meno pesante pesava all’incirca 300 grammi.

In questo modo, il soldo, scorreva lungo una sorta di barra d’equilibrio alla cui estremità era fissata una corda che si concludeva con un gancio fissato al serbatoio di acqua santa.

La moneta, procedendo in avanti, faceva abbassare la trave, tirando la corda verso l’alto e provocando l’abbassamento del contenitore del liquido, che veniva così distribuito sulle mani finché la moneta non cadeva dalla trave riponendola in equilibrio.

Lo sviluppo della vending machine: dal secolo d’oro alla creazione del primo distributore automatico moderno

Allo stato delle nostre conoscenze attuali, lo sviluppo delle vending machine pare subire una sorta di lunga battuta d’arresto.

I distributori automatizzati paiono fare la loro ricomparsa nel corso del XVII secolo e il loro impiego era strettamente correlato ad affari di alto raggio.

Siamo in Inghilterra nel corso del primo ventennio del secolo e presso alcune taverne è possibile imbattersi nelle macchine a gettoni che distribuiscono tabacco.

Nonostante il loro peso – sono in ottone -, si tratta di macchine portatili che permettevano ai legittimi proprietari di fare il giro delle locande per soddisfare le esigenze dei ricchi avventori.

Ancora tutto da studiare il legame esistente tra questi distributori di tabacco e quelli messi a punto da una personalità storica di spicco nella storia del giornalismo mondiale: Richard Carlile.

Questo agitatore delle folle inglesi, vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, mise a punto un distributore automatico per aggirare le norme restrittive emanate dal governo inglese, preoccupato dalla diffusione dei sentimenti nazionalistici e patriottici proclamati da figure ritenute pericolose.

E fu proprio così che Carlile, nel 1822, ideò la sua vending machine destinata alla diffusione delle opere vietate.

Trascorsero solo 45 anni ed ecco che i tempi erano ormai maturi per la nascita definitiva dei distributori automatici.

Il merito spetta a Simeon Denham che nel 1867 ottenne il primo brevetto britannico (patente n. 706) per l’erogatore automatico a gettoni di francobolli.

Subito dopo (nel 1883) Percival Everitt, fiutando l’ingente investimento legato all’automatizzazione della distribuzione di francobolli, mise a punto una vending machine di cartoline e carte da lettera da piazzare presso stazioni ferroviarie e uffici postali inglesi.

Con la creazione della Sweetmeat Automatic Delivery Company, prima azienda a occuparsi di installazione e manutenzione dei distributori automatici, questi si diffusero a macchia d’olio in tutta Europa e oltreoceano, dalla Germania (Stollwerck, 1893), agli Stati Uniti (Thomas Adams Gum Company, 1888).

Quindi, quella delle vending machine, è storia antica e complessa, nella quale il denominatore comune è di risolvere problemi e soddisfare esigenze.